Ciao ragazze, nello scorso post avevo chiesto se vi avesse fatto piacere che vi raccontassi un po' della mia esperienza Erasmus e molte di voi mi hanno risposto di sì. Quindi insomma, eccomi qui!
Inizio col dire che sognavo di vincere questo concorso da quando ho sentito per la prima volta nella mia vita la parola "Erasmus", credo in terza media o primo superiore e non ho fatto altro che parlarne per anni e anni fino a quando mi sono ritrovata all'università. Ho avuto l'opportunità di iscrivermi al concorso al secondo anno per partire poi al terzo ma la paura mi ha sopraffatta e ho lasciato perdere. Quest'anno mi sono decisa e tra le mete che avevo scelto c'era Durham (dove mi trovo adesso! Si tratta di un paesino della parte settentrionale dell'Inghilterra..nonché terza università della Gran Bretagna per importanza dopo Cambridge e Oxford), Salamanca e Valencia.
Partiamo dal presupposto che non pensavo di arrivare alta in graduatoria e che pensavo di non riuscire mai e poi mai a beccarmi la meta inglese, ma invece con grande stupore sono arrivata 5° su 200 e più studenti che hanno partecipato al concorso e sono stata addirittura la prima a scegliere la destinazione in Gran Bretagna (c'erano solo 2 posti per gli studenti della triennale e 1 per gli studenti della specialistica). Il giorno che siamo stati tutti convocati per la scelta delle mete ero molto combattuta perché pensavo a tre cose completamente opposte tra di loro:
1. "
Se non arrivo a scegliere la meta inglese e mi tocca la Spagna rifiuto l'Erasmus" (vi starete chiedendo il perché. Beh, il motivo è semplice.. io ho sempre e solo sognato di partire per la Gran Bretagna, delle altre destinazioni non me ne importava niente, non mi sarei accontentata ecco);
2. "
Devo ottenere la meta inglese.. l'Erasmus mi serve per crescere interiormente, per imparare a badare a me stessa e imparare finalmente questa lingua come si deve";
3. "
Forse sarebbe meglio che mi dessero la meta spagnola.. così è sicuro che non parto e mi evito un sacco di problemi e preoccupazioni".
Si lo so, lo so.. i miei pensieri erano abbastanza confusi devo dire.. ma sono fatta così.. io sono l'eterna indecisa.. qualsiasi cosa mi diano a me non va mai bene!
Comunque, a giudicare dal fatto che mi trovo in territorio inglese, potete ben capire che alla fine ha vinto il punto 2.
Una volta decisa la destinazione sono iniziate tutte le noiosissime e lunghissime pratiche burocratiche! Non vi dico che periodo di stanchezza infinita.. a volte avrei preferito rinunciare all'Erasmus proprio per tutte le firme e controfirme che ho dovuto far mettere ai responsabili e coordinatori in 3 mesi di organizzazione, ma alla fine ne sono uscita vittoriosa.
Se c'è una cosa strana di questa esperienza sono le sensazioni che si provano nei mesi prima la partenza. E' un mix di felicità e tristezza: ci sono momenti in cui partiresti subito senza nemmeno pensarci - e mi sentivo così quando qualcosa in Sicilia mi andava particolarmente storta - ci sono altri momenti invece in cui ti rendi conto che i giorni scorrono in fretta e si avvicina il giorno della partenza ma faresti di tutto per posticiparla perché sai che devi lasciare la mamma e il papà, il fratello, la cognata, il nipotino appena nato di 2 mesi, i nonni, cugini, gli amici, le tue cose. Io ho vissuto i mesi da luglio a settembre così.
La settimana prima della partenza è terribile: vai alle poste, prendi i soldi, scambia gli euro in sterline, compra il necessario, fai le valigie.. ma no la maglietta che tanto mi piace in Inghilterra non posso indossarla perché fa troppo freddo.. e quel vestitino bellissimo? na, non lo userò mai. E quante paia di scarpe dovrei portare? Forse dovrei comprare delle lenzuola e se pesano troppo in valigia? oddio, l'asciugacapelli! E i trucchi? Questa matita me la porto, questo rossetto no perché tanto quando lo metto? uff, la palette 88 colori me la porterei ma se me la spappolano in valigia? Ok Daniela, porta SOLO il necessario.. se ti mancherà qualcosa la comprerai lì.
E quando tutto sembra essere in valigia.... "
mammaaa la valigia non si chiude.. e ora????? cosa tolgo???"
Poi arriva il giorno prima della partenza! Tour familiare per salutare tutti, lacrime struggenti delle nonne che credono che tu stia partendo per la guerra e non ti rivedano più o pensano che tu faccia la fine di Meredith Kercher, solite prese in giro da parte dei cugini (tanto adorati da me) che sdrammatizzano dicendo "
Daniela se ne va, sha la la la sha la la" (con tanto di gesto di stappamento dello champagne), pianto mio a non finire perché non rivedrò per almeno due mesi e mezzo la mia famiglia, ma soprattutto il mio nipotino che quando tornerò sarà ormai diventato un ometto bellissimo.
E siamo giunti all'aeroporto. Credo che il momento più straziante sia stato vedere il mio papino letteralmente in lacrime poco prima di salutarmi. Lo so cosa state pensando: tutti sti piagnistei per sei mesi di studio all'estero? Eh lo so, ma finora sono sempre stata la bimba di casa, viziata e coccolata da tutti e poi sono la cocca di papà.
Ebbene, salutata la famiglia, mi sono diretta con la mia compagna di viaggio, Giusi, verso il gate..erano le ore 10.30 del mattino e avevo di fronte a me ben 3 aerei da prendere (Catania-Roma, Roma-Londra, Londra-Newcastle). Sì, lo so.. ho trovato il posto più inculato dell'Inghilterra.. ma su questo vi prego di non infierire.
Sono arrivata a Durham e ho poggiato il culo sul letto del mio college solo dopo le 21.30..stanca morta, con un panino piccantissimo nello stomaco comprato all'aeroporto di Heathrow e qualche biscotto che l'Alitalia e la British Airways ci hanno "gentilmente" offerto. Che dire? Il primo impatto con gli inglesi è stato terribile, sarà la stanchezza, sarà che ho capito che 3 anni di università in lingue sono stati praticamente inutili - dato che da noi le lingue vengono insegnate davvero coi piedi - ma io non ho capito una sola parola. Ho cercato di confortarmi dicendomi: "
Daniela, domani è un altro giorno.. andrà tutto molto meglio non preoccuparti". Ebbene, il giorno dopo questo tutto non è andato così bene come speravo.. anzi è stato proprio una tragedia. Per i primi giorni non capivo molto anche perché qui a Durham la gente ha un accento molto strano e dal momento che siamo molto vicini alla Scozia hanno le vocali molto chiuse e pronunciano molte parole in maniera completamente differente rispetto ad un inglese londinese. Col passare dei giorni la situazione è andata migliorando. Adesso sono qui da 11 giorni.. non dico che capisco esattamente tutto quello che vogliono dirmi ma perlomeno riesco a capire cosa dicono e mi faccio capire. D'altronde sono qui per imparare.. da qualche parte si doveva pur cominciare.
Che altro dire? In realtà ci sono un'infinità di cose che potrei ancora raccontarvi, a partire da quanto siano strani questi inglesi.. ma se questo post vi ha un pochino interessate, potrei parlavene nella prossima puntata :-P
Fatemi sapere se volete saperne ancora, se noto che la cosa risulta noiosa eviterò proprio di postare posts del genere!
Per adesso vi saluto, buona notte e a presto!
Daniela :-)