sabato 16 giugno 2012

La mia esperienza Erasmus - Parte IV

Tre mesi. Sono passati tre mesi esatti dal mio rientro a casa e se da una parte mi sembra che sia passata una vita, dall'altra mi sembra ieri l'ultima volta che sono stata a Durham. In realtà sono fisicamente in Sicilia, ma una grossa parte del mio cuore e della mia mente l'ho lasciata lì. Mi basta chiudere gli occhi per rivedere ogni luogo, per scorgere di nuovo ogni singolo dettaglio, per sentire l'aria inglese e quella pioggerellina che, se in quelle corte giornate invernali tanto odiavo, adesso in fondo mi manca. 
Vi avevo lasciato nell'ultimo post sull'Erasmus dicendovi che mancava poco alla mia partenza definitiva. Era l'11 marzo e avevo davanti a me cinque intere giornate per godere ancora dell'atmosfera britannica. Quegli ultimi giorni credo siano stati i più intensi della mia vita, tra risate, pianti, abbracci e sguardi in silenzio che riuscivano ad esprimersi molto più di mille parole. Come ho già detto, odio gli addii.. di qualunque tipo essi siano, in amicizia o in amore, e ho così preferito salutare tutti promettendoci che prima o poi ci saremmo rivisti, ma con la consapevolezza che infondo non possa essere realmente così.
Gli ultimi due giorni in particolare resteranno sempre incisi nella mia mente: sono stata sempre circondata da persone fantastiche che con ogni singolo gesto riuscivano a colmarmi il cuore di gioia e non importava se il giorno dopo avevo la sveglia alle sei del mattino, loro sono rimaste con me fino alle due e mezza di notte a parlare come se io non dovessi mai partire, tra uno sbadiglio di sonno e l'altro e con le lacrime da trattenere.

Se c'è una cosa per cui ho sempre avuto una grande amarezza durante il mio Erasmus è stato il rapporto coi miei coinquilini e con gli inglesi in generale: sono molto disponibili se hai bisogno d'aiuto, ma allo stesso tempo molto freddi. Ho sempre avuto l'impressione che non sia riuscita a colpirli più di tanto e questo mi rendeva molto triste il giorno prima della partenza. Come mi avrebbero salutato? Lo avrebbero fatto? Avevo chiesto loro di salutarci prima di andare a dormire, così che evitassi loro di svegliarsi presto per colpa mia ma non c'è stato modo di farlo e così la mattina seguente ero già pronta ad andarmene direttamente senza disturbare nessuno. Eppure al mio risveglio, sento un odorino niente male provenire dalla cucina e lì trovo George che mi stava preparando la colazione: pancakes! Mi si è riempito il cuore di gioia e sono scoppiata a piangere come una stupida... Forse anche un piccolo segno l'ho lasciato in tutti questi mesi, mi dicevo e infondo speravo che fosse vero. E' passato molto tempo e adesso posso confermare ciò che ho sempre pensato: a loro non importa poi così tanto di me. Speravo di sentirli una volta tornata a casa, ma le occasioni sono state molto rare e sono sempre stata io a contattarli, ad eccezione di George che ha avuto la premura di chiedermi più volte come sto, almeno nel primo mese. Ho comunque sentito il calore di una ragazza londinese e di una americana che mi contattano spesso e mi hanno anche mandato delle cartoline. Quando le ho avute in mano ho sentito i brividi alla schiena.

Il giorno della partenza è stato terribile: pianti a non finire e gente sconosciuta sull'aereo che mi chiedeva di continuo cosa avessi e via a raccontare mille volte del mio Erasmus. Eh su che sarà mai! Torni dalla tua famiglia, dovresti essere contenta no? Ma certo che ero contenta. Non posso certo dire che non volessi rivedere i miei, il mio nipotino, tutti i miei cari e gli amici.. ma non posso nemmeno negare che tutto sommato mi piaceva stare lì.. lontana dalle responsabilità, lontane dalle scadenze universitarie. 
Non appena ho messo piede in casa ho risentito gli italiani con cui ho legato di più a Durham e tra una chiacchiera e l'altra siamo rimasti fino alle 3 e mezza di notte in chat. Ero stanca morta dopo tre aerei, taxi, autobus e ritorno in macchina, ma la gioia di risentirli mi faceva anche dimenticare che fosse il caso di andarsene a dormire.

Il primo mese mi sono sentita abbastanza spaesata: non trovavo le mie cose, nemmeno una semplice maglietta nell'armadio che era rimasto perfettamente uguale a come l'avevo lasciato a Settembre quando partivo per questa nuova avventura; non mi sentivo capita dagli amici a cui avrei voluto raccontare ogni singolo dettaglio della mia esperienza all'estero ma che non hanno avuto nemmeno la minima curiosità di chiedermi come vivessi lì; e soprattutto vedevo tutto con occhio negativo.. scattava sempre il paragone con l'Inghilterra..Eh ma ste cose succedono sono in Italia, in Inghilterra non si ragiona mica così eh! 
Adesso a distanza di tempo sono a poco a poco ritornata alla solita vita monotona di sempre, mi sono "riabituata alle mie vecchie e noiose abitudini" e cerco di pensare sempre meno che il tempo passa e i miei legami con Durham si affievoliscono sempre di più.
Eppure in queste ultime sere ho visto e rivisto le mille foto che gli inglesi hanno pubblicato in occasione della fine dei loro studi e rivedere il mio college, quelle strade.. mi ha rimesso un po' di nostalgia. Poi leggere su facebook gli stati tristi degli italiani che sono ancora lì e che stanno vivendo gli ultimi dieci giorni del loro Erasmus non aiuta. Capisco perfettamente cosa provano: cercano di godere di ogni istante ed infondo è quello che ho fatto io prima di ritornare in Italia. 

Insomma, che dire? Da quando sono a casa sono ritornati tutti i nervosismi legati alla mia università e non avevo dubbi che andasse così. Avevo pensato di ritornare a studiare in Inghilterra ma purtroppo i master inglesi non contano in Italia per i concorsi per l'insegnamento perché sono necessari alcuni crediti di letteratura e di lingua che vengono dati solo dalle università italiane. La solita fregatura, tanto per intenderci! E così la prospettiva di ritornare in quel mondo fatto di civiltà e rispetto è praticamente sfumata. Pazienza. In compenso mi sto godendo il mio nipotino che mi mette sempre tanta gioia e che riesce a farmi dimenticare i problemi e le ingiustizie che mi spingono a pensare che prima o poi me ne dovrò scappare da questo paese. Se non fosse per i legami familiari, me ne sarei già andata.

Ma comunque, termino qui questo lunghissimo post. Prima di concludere voglio ringraziare una persona in particolare che ha fatto un gesto bellissimo per me e che probabilmente nemmeno leggerà mai questo lungo e noioso monologo, ma poco importa: grazie Ali per avermi spedito il mio libro di spagnolo. Quando l'ho riavuto tra le mani ho viaggiato con la mente a Durham e ho provato un'emozione fortissima. Mi sono rivista nella mia camera del college a studiare, ad imparare la mia parte che avrei dovuto recitare e ho ripensato al giorno in cui te l'avevo dato con un po' di tristezza. Grazie, grazie, grazie. 

A presto



 

3 commenti:

  1. ♥♥♥♥♥♥ Dani, un post vero e bellissimo. ti mando un bacione!!

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  2. Che bei ricordi..*_*
    So cosa possa significare anche se non sono partita per così tanto tempo... fai tesoro delle cose belle :)

    un bacione

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  3. mi sono commessa a rileggere il tuo post... un anno fa stavo preparando le valigie per ritornare dal mio erasmus a Madrid e ora mi manca un mese alla laurea! custodisci quei momenti sempre nel tuo cuore :)

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